Gruppo BISACCIA
Palazzo Capaldo
Edificio di fascino, in cui nacque, come ricorda una lapide sulla facciata, Pietro Capaldo, Presidente della Corte di Cassazione e Senatore dell'appena costituito Regno d'Italia.
Bene ambientale architettonico: Architettura
La facciata, risalente alla fine del XIX secolo, presenta un bel cancello in ferro battuto (coperto dai rovi), visibile nella galleria di immagini. Il balcone principale del palazzo Capaldo è sorretto dal portale d'ingresso, realizzato dagli abili artigiani del posto. Una peculiarità del palazzo è la presenza del giardino all'esterno della struttura, contraddicendo il contrario costume tipico dell'Irpinia. L'imponente edificio, in stato di rovina ed invaso dai rovi, si estende su quasi un intero isolato di Bisaccia vecchia. La sua forma poligonale mostra chiaramente quella che doveva essere in origine la sua funzione in epoca medioevale, quella di antica casa-torre. Tale funzione, che sottolinea la vetustà della struttura, è evidenziata dalla presenza di torrette e barbacani, presenti sulla parete laterale che sporge sui vicoli circostanti.
Sconosciuto
La facciata risale alla fine del XIX secolo, probabilmente di impianto medievale
Via Brunetti, 258, 83044 Bisaccia AV
41.0175
15.375
Proprietà Privata
L’edificio è semidistrutto, in stato di rovina ed invaso dai rovi.
Nell'edificio nacque, come ricorda una lapide sulla facciata, Pietro Capaldo, Presidente della Corte di Cassazione e Senatore dell'appena costituito Regno d'Italia. L'imponente struttura, attualmente in stato di rovina ed invaso dai rovi, si estende su quasi un intero isolato di Bisaccia vecchia. La sua forma poligonale mostra chiaramente quella che doveva essere in origine la sua funzione in epoca medioevale, di antica casa-torre. Tale funzione, che sottolinea la sua vetustà, è evidenziata dalla presenza di torrette e barbacani, presenti sulla parete laterale che sporge sui vicoli circostanti. La facciata, risalente alla fine del XIX secolo, presenta un bel cancello in ferro battuto. Il balcone principale del Palazzo Capaldo è sorretto dal portale d'ingresso, realizzato dagli abili artigiani del posto. Una peculiarità della struttura è la presenza del giardino al suo esterno, contraddicendo il contrario costume tipico dell'Irpinia. Pietro Cataldo (1845-1925), nasce a Bisaccia. La sua carriera politico-amministrativa iniziò brillantemente con l’elezione a consigliere comunale di Bisaccia nel 1867. Nel 1868 venne proposto come Sindaco di Bisaccia, la sua amministrazione, energica e fattiva, durò fino al suo ingresso in Magistratura. Pur lontano il giovane Capaldo seguiva le vicende politiche di Bisaccia, infatti dopo qualche perplessità sostenne la candidatura del Ministro Francesco De Sanctis, che nel gennaio del 1875 era a Bisaccia, per il suo “Viaggio elettorale”, nel pieno delle agitazioni contadine per il Formicoso: [Venne solo da Bisaccia don Pietro a dirmi che colà tutti mi attendevano. Modi semplici, faccia intelligente, aria modesta ma risoluta. Lo trattai come un vecchio amico; pure allora lo vedevo per la prima volta] e ancora [Don Pietro, che aveva avuto il delicato pensiero di venirmi incontro sino in Lacedonia, era un eccellente compagnia. Veggendomi taciturno, indovinò la mia preoccupazione, e vi tirò su il discorso. Non vi dee spiacer troppo, disse, che qui incontriate tanta resistenza. Un lavoro preparato da tanto tempo non si può disfare un’ora; le passioni sono accese, c’è molta tensione negli spiriti. Ci vuole il tempo, e voi solo potete riuscire a conciliare gli animi se, accettando la deputazione, volete fare questo bene al collegio. Don Pietro parlava con quel tono naturale e sincero che ti guadagna subito. Mi apersi tutto con lui. Non ricuserò, dissi, se mi persuado di poterlo fare questo bene. Ciò che mi spiace, non è la resistenza, ma la rozzezza. La resistenza la capisco, e me l'aspettavo; la rozzezza m'è cosa nuova». «Pure vi dee piacere non dico la gentilezza, ma tante prove di devozione e di affetto che vi danno i vostri amici. Io lo guardai commosso. Egli voleva dirmi che un sol tratto d'amicizia basta a far dimenticare molti atti di villania. Mi dava così una lezione con infinito garbo. Del resto, aggiunse, a Bisaccia avrete un'accoglienza meno lontana dalla vostra aspettazione.] [Quell'accoglienza lieta e schietta, che mi fece il popolo di Bisaccia, come si fa ad amico desiderato e atteso, m'ispirava una fiducia piena. Sentivo come fossi in mezzo alla mia famiglia.]