Gruppo BISACCIA
  • Immagine del leggendario cavaliere Cappa
Palazzo Cafazzo
Questo palazzo di antica fabbrica ha ospitato uno dei personaggi di rilievo della Storia Bisaccese, a questo Palazzo è anche legata la leggenda del Cavaliere Cappa, il cui fantasma, si dice, vaghi ancora per le stradine del centro storico a cavallo del suo destriero… senza la testa mozzatagli per impedirgli il matrimonio con la sua amata. Spesso verso la mezzanotte è possibile imbattersi nell’ombra galoppante del destriero, sotto l’arco [‘r lu Merechicch], adiacente al palazzo.
Bene ambientale architettonico: Architettura
Palazzo Cafazzo, già in epoca medievale Palazzo Cappa. Il Portale d’ingresso, di pregevole fattura, anteriore al XIX secolo, è ad arco a tutto sesto, sovraornato con volute, modanature composte e stemma araldico.
Sconosciuto
Anteriore al secolo XIX, si narra di un edificio già in epoca medievale, denominato Palazzo Cappa.
Vicolo Gigante, 83044 Bisaccia AV
41.0151
15.3751
Proprietà Privata
L’edificio è semidistrutto, in stato di rovina.
In questo Palazzo oltre al leggendario Cavaliere Cappa ha trovato i natali il patriota Michele Cafazzo (1795-1877). Medico cerusico. (deriva forse dalla professione del Cafazzo l’appellativo di Arco ‘r lu Merechicch dato all’arco adiacente il palazzo). I movimenti politici del 1820, che segnarono la storia del Risorgimento nell’Italia meridionale, gli offrirono la possibilità di manifestare la sua indole avversa al servilismo e la sua ansia di libertà, nella sua qualità, oltre che di decurione, di Gran maestro della locale Vendita carbonara e di capitano dei legionari bisaccesi. Costituito un piccolo esercito di legionari, i patrioti bisaccesi partirono verso gli Abruzzi sotto la guida di Guglielmo Pepe. Michele Cafazzo, ferito e imprigionato tornò solo nel 1829 a Bisaccia. Nel 1841, eletto sindaco, riordinò l’amministrazione, promosse opere pubbliche e garantì la buona amministrazione con un regolare andamento degli atti amministrativi e degli archivi comunali. Nel 1861 fu eletto consigliere provinciale del Mandamento di Lacedonia. Fino al 1867 fu attivo nella politica locale. Alla sua morte De Sanctis scrisse una lettera pubblica alla cittadinanza di Bisaccia.