Gruppo ANDRETTA
Chiesa di Santa Maria del Carmine
La piccola Chiesa di Santa Maria del Carmine, ubicata in una in posizione decentrata, quasi nascosta, lungo Vico Terzo de Sanctis, rappresenta un vero e proprio gioiello artistico, storico e culturale della comunità andrettese. Insieme alla cappella di San Pietro, anch’essa extra moenia, la chiesetta di Santa Maria del Carmine ha rappresentato, durante il XVIII secolo, l’elemento generatore dell’espansione e dello sviluppo del nucleo urbano originario.
Bene ambientale architettonico: Architettura
La piccola Chiesa di Santa Maria del Carmine, ubicata in una curva stretta di Corso F. de Sanctis, occupa una superficie rettangolare pari a circa 98 mq e una volumetria di 588 mc. La facciata a capanna intonacata culmina con un timpano triangolare sormontato, sul lato destro, da una vela campanaria. Si accede alla chiesa attraverso una scalinata in pietra che collega il piano stradale con la porta d’ingresso. La peculiarità della chiesa è la navata centrale, divisa in campate da alti pilastri con volte a botte, impostate su archi a tutto sesto. Il presbiterio, rialzato di due gradini rispetto all’aula, è coperto da una volta a botte nelle cui lunette si aprono due finestre che illuminano lo spazio dell’altare. Sulla parete di fondo del presbiterio, una nicchia centrale custodisce la statua policroma della Madonna del Carmine.
Alessandro della Badia
1720
Vico Terzo de Sanctis, 13, 83040 Andretta AV
40.9451
15.3272
Bene architettonico della Chiesa Regione Ecclesiastica: Diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi, Conza, Nusco, Bisaccia Chiesa sussidiaria dipendente dalla Parrocchia di Santa Maria Assunta
Buono
La costruzione originaria della Chiesa dedicata a Santa Maria del Carmine risale ad un’epoca non nota. Ad essa venne annesso un Convento dei Padri Carmelitani, chiuso il 6 gennaio 1655 da Monsignor Fabrizio Campana, col trasferimento della gestione delle relative entrate all’Episcopio di S. Andrea di Conza. Le condizioni di fatiscenza e di degrado in cui riversava l'immobile, spinsero, nel 1720, Alessandro della Badia a ricostruirla interamente e nel 1723 una Bolla del Vescovo Nicolai attribuì lo ius-patronato ad Antonio ed Erberto Acocella. Nel 1736 lo sviluppo del paese non aveva ancora assorbito la Chiesa al suo interno, che infatti a quell’epoca risultava extra moenia. La Chiesa del Carmine ha rappresentato il termine estremo del radicale intervento di riqualificazione urbana, avvenuto ad opera del sindaco Francesco Maria Miele nel 1880 per migliorare la viabilità, la salubrità e il decoro dell’abitato. L’Arcivescovo metropolitano di Conza, Giulio Tommasi, durante una visita compiuta nel periodo 29-31 maggio 1930, interdisse la Chiesa al culto, probabilmente a causa del suo rinnovato stato di degrado. L'aspetto attuale della Chiesa è il risultato dell’ultimo intervento di restauro effettuato nel 2010.