Gruppo BISACCIA
Complesso Conventuale e Chiesa di Sant’Antonio
Il bene scelto rappresenta il cuore pulsante di Bisaccia, ospita il suo Santo Protettore, Sant’Antonio da Padova ed è pieno di curiosità legate alla sua storia. Il luogo in cui era situato il convento si trovava a confine tra la campagna e quello che era l’inizio del paese, per fare da cerniera tra la realtà povera e quella cittadina. In un documento della fine del 1600 viene già menzionato il grosso tiglio che si trova davanti alla chiesa. La Chiesa del Convento, intitolata a S. Antonio di Padova nel 1400, fa parte di un complesso monastico francescano che comprendeva dalle dodici alle venti unità. Il complesso era costituito da: − Un Chiostro, ovvero un luogo chiuso ma aperto: era uno spazio aperto delimitato da portici in cui i monaci facevano passeggiate; − Una foresteria per i pellegrini; − Delle celle, ovvero delle piccole stanze per i monaci; − Degli orti da cui ricavavano tutto ciò di cui avevano bisogno, dato che il monastero doveva essere quasi autonomo; − Un refettorio. I Francescani restano a Bisaccia solo fino al 1809, quando ci fu la soppressione degli ordini monastici e delle loro proprietà da parte di Napoleone, in questo periodo i francesi spogliano le chiese di tutti i loro beni. La chiesa diventa quindi di patronato pubblico e pezzo dopo pezzo il convento viene del tutto venduto e privatizzato. E con il terremoto del 1980 si sono perse le ultime tracce rimaste di quello che era un complesso monastico importante. Il trittico seicentesco presenta una statua lignea di Sant' Antonio che non viene portata mai in processione, poiché, secondo un'antica e superstiziosa credenza, quando essa viene spostata si verificano eventi catastrofici.
Bene ambientale architettonico: Architettura
Edificio in pietra e ciottoli di fiume, la Chiesa ha subito grandi interventi, anche di restauro. I Francescani costruiscono per addizione seguendo la strada, le stanze che avevano in dotazione e i materiali che avevano a disposizione, cioè le pietre di fiume che raccoglievano loro stessi non potendo comprare materiali ricchi. Lo Statuto francescano prevedeva infatti che le chiese non dovessero essere troppo decorate e dovevano essere usati solo materiali semplici come la pietra e il legno.
Frati conventuali
Esistono due ipotesi della fondazione della chiesa: IPOTESI 1: Il convento è stato fondato dal passaggio di S.Francesco nel pellegrinaggio verso Monte S.Angelo (1222). IPOTESI 2: La chiesa fu donata ai conventuali da Gregorio XIII nella metà del '500
Piazza del Convento, Bisaccia
41.0175
15.3746
La Chiesa appartiene all’Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi, Conza, Nusco e Bisaccia, è sede dall’Arciconfraternita di Sant’Antonio da Padova.
La chiesa è in buone condizioni di conservazione, sottoposta a interventi di restauro e conservazione in vari periodi. 1900 (ampliamento cappella S. Antonio). Costruzione risalente probabilmente agli inizi del 1900. 1960 - 1970 ( modifica Strutturale cappella S. Antonio). Sostituzione soffitto con l’attuale struttura in acciaio e tabelloni presumibilmente risalente agli ’60-’70. 2013 (consolidamento cappella S. Antonio). Gli interventi di consolidamento e restauro hanno interessato la sola cappella di S. Antonio annessa alla Chiesa del Convento di San Francesco. Gli interventi eseguiti hanno avuto come obiettivo il miglioramento strutturale di questa parte della fabbrica, interessando il consolidamento delle fondazioni, il ripristino della tessitura muraria, mediante interventi di cuci e scuci e di consolidamento del nucleo murario, la conservazione e lettura delle stratigrafie murarie rinvenute durante l'esecuzione dei lavori. Infine si è proceduto alla realizzazione della nuova pavimentazione interna e delle finiture interne dei paramenti murari ed al restauro degli stucchi presenti sull'arco di accesso alla cappella stessa.
L’attuale complesso architettonico è in grande parte l’esito a cui si è giunti attraverso distruzioni inferte dai terremoti succedutisi nel corso dei secoli (1694-1732-1930). L’esterno si presenta in uno stile sobrio ed essenziale. Sul lato destro vi sono alcuni locali annessi alla chiesa: sono ciò che resta dall’antico convento insieme al portale d’ingresso in pietra calcarea con lo stemma dei francescani, datato 1754. Sul sinistro invece si sviluppa il campanile che fa corpo con la chiesa stessa. I Francescani costruiscono per addizione seguendo la strada, le stanze che avevano in dotazione e i materiali che avevano a disposizione, cioè le pietre di fiume che raccoglievano loro stessi non potendo comprare materiali ricchi. Il nucleo antico è la cappella di S. Antonio. La chiesa, a pianta longitudinale, ma irregolare, si divide in due navate, con cappelle sfondate disposte lungo quella di sinistra. L’interno, armonizzato dai pregevoli stucchi sei-settecenteschi è arricchito dai preziosi altari e da un interessante coro ligneo che, situato nell’ abside, rifinisce il contesto liturgico e architettonico del luogo sacro. La navata centrale converge verso il presbiterio, delimitato da una balaustra. Quest’ambiente è dominato dall’altare maggiore proveniente dalla chiesa dei Celestini di Gesualdo, fu acquistato, insieme al coro ligneo retrostante, dal Capitolo della Cattedrale e dal Comune nel 1810. In raffinati marmi policromi del tardo seicento, rappresenta uno degli elementi più ricercati della chiesa del Convento, racchiude nella sua imponenza una ricchezza di intagli e intarsi dei marmi, fra cui spicca il fine lavoro di scultura del paliotto, delle volute della mensa, del tabernacolo e degli angeli capi-altare. Successivamente, negli anni ‘40 del XX secolo, è stato posto al di sopra dell’altare un tempietto marmoreo allo scopo di contenere la settecentesca statua lignea dell’Immacolata Concezione. Questo tempietto anche se costituisce un valido esempio di artigianato locale, ha tuttavia coperto l’introspezione visiva e spaziale dell’abside, alterando i rapporti architettonici originali. Lungo la parete destra della navata si possono ammirare: L’altare dedicato a S. Giuseppe: in pietra, costruito nel 1750 e munito di indulto apostolico per i defunti del 1753. La nicchia soprastante ospita il coevo busto ligneo del santo. Di seguito la nicchia che ospita la statua minea di S. Antonio di Padova, di chiara datazione settecentesca. L’altare dell’Annunziata: in pietra calcarea, del 1621, nei piedritti delle base è scolpito lo stemma della famiglia Cappa, mentre il paliotto è andato perduto. Nella parte superiore, fra due colonne si sviluppa un’arcata che ingloba la tela dell’Annunciazione, termina l’altare la trabeazione in cui sono inserite le epigrafi che ne ricordano la costruzione e un restauro avvenuto nel 1854. Il dipinto su tela posizionato nel presbiterio raffigura l’Immacolata Concezione. La navata si conclude con l’abside. Un pregevole coro ligneo è disposto lungo tutta la sua ampiezza. Databile intorno alla fine del ‘700 proviene dalla soppressa chiesa dei Francescani di Ariano Irpino. Si compone di stalli sopraelevati da due gradini rispetto al pavimento. Nei pannelli superiori si possono ammirare undici bassorilievi raffigurati la Passione di Gesù Cristo. Questo luogo, destinato alla liturgia delle ore, in quanto richiama alla chiesa escatologica, la Gerusalemme celeste, è impreziosito da un antico crocifisso in legno, proveniente con molta probabilità dall’ antica Cattedrale. La navata laterale, delimitata da arcate a tutto sesto, indirizza la nostra attenzione direttamente nella cappella che le fa da corona. Questa cappella, può essere definita il cuore sia liturgico che artistico di tutta la chiesa: è il luogo ove è custodito il SS.mo Sacramento dell’Eucarestia e qui è esposta alla venerazione dei fedeli Reliquia di S.Antonio di Padova, donata a Bisaccia il 10 Giugno 2001 dai Frati della Basilica di Padova; ivi sono conservati i manufatti artistici più antichi e importanti dell’intero complesso architettonico: una pala lignea dipinta e un trittico anch’esso in legno. La cappella laterale, dedicata a S. Antonio, presenta l’altare del santo ed è di patronato pubblico. Infatti, l’Amministrazione Comunale ogni anno dona due ceri che hanno delle prescrizioni precise: peso, palio, costo, decorazione. Nel 2021, ricorrendo gli 800 anni tra l’incontro fra S. Antonio e S. Francesco, il palio riportato sul cero rappresenta il Santo con la fiamma e il Vangelo e Francesco con le stigmate. La cappella, contiene 2 monofore e una nicchia, nella muratura del 1300 circa. Del ‘500 restano tracce di un arco di imposta di una volta, andata perduta. Il trittico si sviluppa in altezza in tre nicchie che ospitano rispettivamente le statue di S.Antonio di Padova, S.Bonaventura di Bagnoregio e S.Leonardo di Limoges.