Gruppo BISACCIA
Cattedrale di Bisaccia
La Cattedrale è “un sacramento, una memoria, un simbolo. In essa la chiesa particolare si raduna e si manifesta intorno al suo Vescovo che la santifica mediante la Parola e i Sacramenti, in essa continua e vive la Chiesa di Cristo fino al giorno della sua piena e totale manifestazione al mondo. Fra i luoghi della celebrazione, la presenza della Cattedra Episcopale è significativa perché rimanda al seggio dell’Apostolo, il Vescovo è il continuatore e il successore dell’Apostolo, che in lui sopravvive e continua a operare nella chiesa; è il trono dei Vegliardi, a cui allude l’Apocalisse, e la cattedra del maestro nella fede in forza del dono spirituale ricevuto nell’ordinazione episcopale”. (cfr. Mons. Salvatore Nunnari, messaggio all’Arcidiocesi in occasione della riapertura al culto della Cattedrale di S. Angelo dei Lombardi).
Bene ambientale architettonico: Architettura
I segni della stratificazione sono documentati da alcuni elementi ancora esistenti nella chiesa: portale in pietra calcarea (1515) sormontato da un’icona di un Santo Vescovo, l’altare maggiore in marmi policromi di stile tardobarocco, un coro ligneo intagliato di bottega bagnolese, l’altare della Madonna di Costantinopoli e alcuni bassorilievi posti sul prospetto, probabilmente anteriori al XVI secolo, che raffigurano rispettivamente San Gregorio, gli Evangelisti e San Daniele. La struttura risulta trasformata nel XX secolo per i terremoti che hanno colpito la città nel 1910 e nel 1930. Ancora, nel 1975 sono stati compiuti interventi di restauro alle volte delle campate delle navate laterali nonché eliminate le antiche travi lignee (progetto dott. Lepre) per realizzare un controsoffitto di stile classicheggiante a riquadri regolari in stucco di resina. Sono stati realizzati altri interventi di consolidamento e ripristino in seguito ai gravi danni provocati dal terremoto del 1980; i lavori, eseguiti dal Commissariato Straordinario di Governo e curati dalla Soprintendenza preposta sul territorio, hanno comportato il rifacimento del tetto di copertura, il consolidamento statico dei muri e la parziale ricostruzione di parti gravemente danneggiate e/o mancanti, nonché la realizzazione di una nuova pavimentazione. Infine un ulteriore intervento di adeguamento funzionale (impianto riscaldamento) e di manutenzione ordinaria (tinteggiatura degli interni) è stato compiuto nel 1998. La chiesa è stata elevata al rango di concattedrale nel 1986. In versione provvisoria l’altare conciliare è stato realizzato nel 1975, modificando il vecchio altare tridentino (taglio e spostamento in posizione avanzata) nonché posto su una pedana in posizione centrale rispetto alla tribuna con coro ligneo.
La ricostruzione del 1747 è ad opera del maestro Pietro D. Pagano (nel fregio del cornicione infatti leggiamo: M. PETRVS D. PAGANO QVVM HOC TEMPLVM FECIT 1747)
La ricostruzione risale al 1747 nell’ubicazione odierna in quelli che erano i giardini del Castello. Prime fonti ricordano una cattedrale già nel sec. XI infatti risale al 1097 un atto notarile in cui compare come testimone Basilio, Vescovo di Bisaccia.
Piazza Duomo, Bisaccia
41.0147
15.3753
La Cattedrale appartiene all’Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi, Conza, Nusco e Bisaccia
Numerosi interventi di recupero e ripristino sono stati effettuati nel corso degli anni, dopo il secolo XX. Degli anni ‘70 e ‘80 del XXI secolo sono le sostituzioni dei pavimenti (con perdita delle lapidi a chiusura dei cubiculi e delle tombe di famiglia)
L’antica Cattedrale era ubicata nel cuore del centro storico, nella zona compresa oggi fra Largo Campanile Vecchio e via Vescovado Vecchio, affiancata dall’Episcopio. Della vecchia struttura non vi è più traccia visibile, se non in uno stemma episcopale, una lastra tombale e una epigrafe del 1619, che ricorda la costruzione di una cappella ad opera del notaio Annibale Formoso. L’edificio fu distrutto dai terremoti del 1694 edel 1732. Il Duca P Pignatelli De la Rochefoucauld dona la collinetta dei giardini del Castello, per la ricostruzione della Cattedrale affinché si ricostruisse così com’era e le Confraternite e la Municipalità si autotassarono. L’attuale Cattedrale, fu ricostruita nel 1747, nel luogo odierno, dal maestro Pietro D. Pagano, il quale riunì il sottile filo della storia, spezzato dai terremoti, ricomponendo nell’elegante facciata in pietra, gli antichi bassorilievi romanico–gotici. Uniche in Irpinia, queste sculture di Bisaccia, rappresentano una sintesi armoniosa fra arte normanna e bizantina. Il bassorilievo posizionato sulla cuspide, riproduce il profeta Daniele nella fossa dei leoni, che potrebbe simboleggiare il Vescovo di Bisaccia conteso dai Bizantini e dai Longobardi; infatti i leoni si danno le spalle indicando la separazione di un confine (la via dei due Principati). Quello del portale invece, raffigura un santo Vescovo in atteggiamento benedicente, assiso fra i simboli dei quattro evangelisti (l’angelo, il bue, l’aquila e il leone). Le epigrafi dell’architrave della porta ne ricordano la dedicazione e la consacrazione. Il “pontificante” e il “dominante” sono gli ultimi due Vescovi di Bisaccia: Gaspare de Corbara (1498-1517) e Nicola Volpe (1517-1540). La motivazione della dedicazione del tempio alla Natività di Maria di Costantinopoli, Stella del Mare, titolo mariano così lontano dalla realtà dell’entroterra irpino, è spiegabile dalla presenza sul territorio dei Bizantini che convivevano con i Longobardi, grazie alla mediazione dei Vescovi. L’epigrafe murata nella facciata laterale destra menziona i Vescovi De Cancellariis e Ignazio Ciantes. La pianta è basilicale bizantino-normanna, senza transetto, a tre navate decorate da delicati stucchi settecenteschi, orientamento Est (oculo) – Ovest (finestra polilobata cinquecentesca). La chiesa è intervallata da 12 pilastri che scandiscono le quattro campate delle navate laterali coperte a vela. Sulla destra vi è il Battistero: in pietra, del 1577, nel cui piedistallo è scolpito lo stemma del Vescovo Pietro Antonio Vicedomini (1574-1580). L'acquasantiera, di travertino, poggia su una solida colonna della stessa pietra e porta incisa la data del 1699. Procedendo lungo la navata laterale destra si possono ammirare le statue lignee disposte nelle nicchie soprastanti gli altari: S. Michele Arcangelo del 1873, S.Gaetano da Thiene, la Madonna di Costantinopoli del XVII secolo. Nella cappella laterale destra: l’altare in marmi policromi del ‘700 sormontato da un tempietto ligneo seicentesco che accoglie nella sua ricca decorazione ad intaglio una preziosa statua lignea coeva raffigurante la Vergine Maria che la tradizione popolare denomina anche “la Madonna di Costantinopoli”. Il presbiterio, delimitato da una balaustra in colonne di marmo, è dominato dall’altare maggiore e dalla Cattedra Episcopale. L’altare maggiore: in marmi policromi del ‘700, con un pregiato tabernacolo a forma di facciata di tempio ionico sormontato da un ciborio con colonnine corinzie. La Cattedra: in legno, con lo stemma del Vescovo Giuseppe Fanelli (1854-1891). L’abside accoglie il fiore all’occhiello della Cattedrale e un gioiello dell’arte scultorea locale: Il coro ligneo intagliato di scuola bagnolese del 1622. I 19 stalli, gli schienali, i braccioli, le nicchie e la trabeazione superiore sono interamente intagliati a figure grottesche, cherubini e foglie di acanto. Al centro, spicca lo stallo del “praefectus Chori”, sormontato dallo stemma del Vescovo Francesco Diotallevi (1614-1622). A questo luogo resta legata la memoria della meditazione e della preghiera dei numerosi canonici che un tempo ufficiavano in Cattedrale, il cui Capitolo annoverava tre Dignità: Cantore, Primicerio, Tesoriere e due Uffici: Teologo e Penitenziere. Nella navata laterale sinistra sono visibili un antico crocifisso ligneo e la statua della Vergine Addolorata. La cappella che chiude questa navata è quella del SS.mo Sacramento: spazio privilegiato per l’incontro con il Signore, realmente presente sotto il segno del Pane, nel silenzio e nel raccoglimento. L’altare settecentesco in marmi policromi con la porta del tabernacolo in fine argento cesellato è sormontato da un tempietto rinascimentale che accoglie una statua lignea del sacro Cuore di Gesù. Il pulpito ligneo, nella navata centrale, è del 1762.