Gruppo BISACCIA
Il Castello Ducale di Bisaccia
Il Castello Ducale è il simbolo di Bisaccia, è i uno dei pochi siti fortificati meglio conservati del Sud d’Italia. Restano infatti tracce del primitivo impianto castrense di epoca longobarda (seconda metà VIII-IX secolo), quelle monumentali di epoca federiciana, le ristrutturazioni in epoca aragonese e la sistemazione definitiva in età cinquecentesca, con un bellissimo loggiato rinascimentale
Bene ambientale architettonico: Architettura
La struttura muraria è costituita da grossi ciottoli fluviali misti a blocchi di calcare squadrati e malta durissima. Nel castello sono presenti una cisterna con depuratore e tubi fittili, per il deflusso delle acque, una torre alta 12 metri e larga 8 metri e le rovine di una piccola chiesa absidata. Le stanze del castello sono 42. Le strutture murarie, e la torre quadrilatera sono longobarde. Numerosi rifacimenti, dopo danneggiamenti e terremoti, ne hanno alterata l’originaria fisionomia. Sul portone principale del castello lo stemma dei Pignatelli d’Egurant è come una firma per le riparazioni effettuate; due torri cilindriche sono a guardia; un arco tutto sesto immette in un grande cortile, una scalain pietra con balaustra in ferro, conduce al piano superiore; al centro del secondo spiazzo la torre quadrangolare conserva la sua imponenza. Tutto il complesso nel cinquecento venne trasformato in dimora signorile. È di quel periodo il loggiato con i numerosi archi.
Sconosciuto
Costruito intorno al VIII sec. dai Longobardi, la fortificazione sorge su uno sperone del Monte Calvario. Le prime notizie storiche risalgono a un atto di donazione, 1087 ca, in cui viene citato "Roberto barone di Bisaccia" come proprietario del feudo
Castello Ducale, C.so Romuleo, Bisaccia
41.0144
15.3753
Proprietà del Comune di Bisaccia dal 1977, sottoposto a vincolo della Sovrintendenza ai BAAC dal 1909
Numerosi interventi di recupero e ripristino sono stati effettuati nel corso degli anni, dopo l’acquisizione dell’edificio da parte del Comune di Bisaccia.
Costruito intorno al VIII secolo dai Longobardi, la fortificazione sorge su uno sperone del Monte Calvario, testimoniate da recenti strutture murarie messe in luce nei pressi della torre quadrangolare del Castello Ducale. La scoperta riguarda, infatti, proprio la primitiva fortezza impiantata nel sito verso la seconda metà del secolo VIII per volere dei principi del Ducato di Benevento. Le prime notizie storiche risalgono a un atto di donazione, scritto intorno al 1087, in cui viene citato "Roberto barone di Bisaccia" in qualità di proprietario del feudo. Del 1097 è un atto di donazione di Goffredo, conte di Andria e signore di Monteverde, che porta fra i testimoni convenuti dal notaio Leone le firme di Riccardo, barone di Bisaccia e Basilio, vescovo della cittadina, già da tempo sede vescovile suffraganea dell’archidiocesi di Conza. Un documento del 1124 parla invece di un certo Guglielmo, signore di Bisaccia, che dona all’Abbazia di Montevergine delle proprietà situate in località Piano di S. Pietro. Con l’avvento dei Normanni in Italia meridionale (1140-1170) e la creazione di un nuovo regno di cui si fa promotore Ruggero II d’Hauteville, il piccolo feudo viene concesso dal dux Apuliae et Calabriae ad un altro signore di nome Guglielmo. Fra il 1174 ed il 1179 sappiamo di un Riccardo, vescovo di Bisaccia, che partecipa al concilio lateranense durante il pontificato di Alessandro III. Nel 1230 il feudo appartiene a Riccardo I Cotignì, che dopo aver preso parte alla fallita congiura di Capaccio contro l’autorità imperiale lo perde quando re Manfredi di Svevia succede al padre Federico II. Donata in seguito alla famiglia d’Aquino, la terra di Bisaccia viene restituita nel 1269 a Riccardo II Cotigni, a cui subentrano Guglielmo ed il figlio primogenito Riccardo III. A questi segue per mancanza di eredi maschi la nipote Mabilia, moglie di Pietro Marra, e nel 1340 uno dei marescialli di Roberto d’Angiò, Federico d’Antiochia. Durante il periodo aragonese il paese entra a far parte dell’Università di Cerignola, seguendone le vicende fiscali ed amministrative. Nel 1462 Bisaccia, grazie all’intervento di Ferrante I, viene in possesso di Pirro del Balzo, da cui l’eredita Isabella, moglie di Federico d’Aragona. Nelle sue vicinanze nel 1474 si accampa Ferdinando I con il suo esercito. Di proprietà del demanio regio fino al 1504, il feudo 1518 per mancanza di eredi torna al demanio e ne è nominato amministratore il signore di Giugliano, tal Buccino. Il Principe d’Orange nel 1528 lo assegna ad Alfonso d’Avalos, marchese del Vasto, che lo vende dopo cinque anni per 8500 ducati al marchese di villa e signore di Pianta, Giambattista Manso, letterato e mecenate, amico di Torquato Tasso. Al Manso succedono Giulio I e Giulio II Batta. Il castello e le rendite di Bisaccia vengono acquisite nel 1571 dal marchese di Carife, Ettore Brayda, e nel 1589 da Ferrante Gonzaga, che ne fa dono alla figlia, moglie di Gisuffo Pappacoda. Più tardi il feudo passa ad Antonio Pisaniello e da questi al poeta Ascanio Pignatelli, che nel 1600 è investito del titolo di duca dal re Filippo II di Spagna. Alla famiglia Pignatelli Bisaccia rimane fino all’eversione della feudalità e fra i duchi che ereditarono il paese si ricordano Francesco (1601), Giovanni Armando (1604), Francesco II (1719), Guido (1743), G. Armando II (1803) e G. Armando III (1809). Con la nascita del nuovo Regno d’ Italia il paese viene iscritto al Terzo Distretto di Montefusco e ne è nominato governatore Armato Montefuscoli nel 1806. Morto l’ultimo dei Pignatelli, il re Ferdinando II concede nel 1851 il titolo ducale al conte della Rachefoucauld, Carlo Maria Gabriele Sosthène e ai suoi eredi legittimi. Nel 1769, a causa di un incendio, venne via via abbandonato dai nobili feudatari. Dal 1903 al 1920 ospitò l’antica e nota famiglia Robucci, ultimi proprietari del castello ducale. Dal 1975 il castello appartiene al Comune. Il portone presenta lo stemma della famiglia Pignatelli d’Egurant che tenne il castello dalla fine del XVI agli inizi del XIX secolo. Storicamente il castello di Bisaccia era uno strategicamente importante bastione di controllo, che faceva parte di una linea difensiva che aveva la funzione di proteggere i territori della Puglia occidentale e settentrionale. Questa linea di difesa, che correva lungo la via Appia e la Via Traiana e di cui facevano parte, oltre alla fortezza di Bisaccia, quella di Sant’Agata di Puglia e quella di Ariano Irpino, fu opera del catapano bizantino Basilio Boioanne, che la realizzò nel corso della sua riorganizzazione amministrativa della "Capitanata occidentale". Il castello di Bisaccia in quell’epoca si chiamava castrum Byzacium o Byzantii ed era un avamposto difensivo bizantino. Situato in zona sismica il paese è stato duramente colpito dai terremoti del 1158, 1349, 1456, 1694, 1732, 1930, e 1980. Bisaccia è stata anche sede vescovile dal secolo XI al 1513, quando la diocesi venne unita a S. Angelo dei Lombardi acque principaliter.