Gruppo GESUALDO e VILLAMAINA
IL PERDONO DI CARLO GESUALDO
Opera pittorica unica nella storia dell’arte per il tema trattato, il perdono chiesto da Carlo Gesualdo alla “Corte Celeste” per aver commesso l’omicidio della moglie e dell’amante.
Bene storico artistico: Opera o oggetto d'arte
Opera pittorica, olio su tela delle dimensioni di cm 481 x cm 310
Giovanni Balducci detto il Cosci, pittore fiorentino giunto a Napoli a seguito del Cardinale Alfonso Gesualdo (zio di Carlo Gesualdo).
Opera realizzata nel 1609.
Chiesa di Santa Maria delle Grazie - Via Dei Cappuccini – 83040 Gesualdo (AV)
41.0028
15.0424
Il bene è di proprietà dei padri cappuccini.
Il bene è in buone condizioni essendo stato restaurato negli anni ‘90
La pala d’altare della Chiesa di Santa Maria delle Grazie è intitolata "Il perdono di Carlo Gesualdo". Realizzata nel 1609 è opera del pittore fiorentino Giovanni Balducci. La richiesta di perdono, per il duplice assassinio della moglie Maria D'Avalos e del suo amante Fabrizio Carafa, è rivolta al Cristo giudicante, la cui figura troneggia nella parte alta del dipinto. Di fianco al Cristo: la Vergine Maria e San Michele Arcangelo. Ai suoi piedi, raffiguranti nella gestualità di chi sembra volere intercedere: sulla sinistra San Francesco e sulla destra San Domenico, al centro della raffigurazione Santa Caterina e la Maddalena, figura emblematica di una peccatrice perdonata da Cristo. Nella tela si osserva, in basso a sinistra, l'immagine del principe Carlo Gesualdo con le mani congiunte in atto di preghiera; al suo fianco l'immagine dello zio cardinale Carlo Borromeo (beatificato nel 1603). Di fronte al principe vi è la moglie Eleonora d'Este, anch'ella in ginocchio, in atto di preghiera. A centro è raffigurato con le ali di un angioletto, il piccolo Alfonsino (figlio di Carlo Gesualdo e Eleonora D’Este), morto nel 1600 in tenera età. Nella parte bassa del quadro si riconoscono le figure di Maria e Fabrizio, i due amanti condannati ad espiare i loro peccati in Purgatorio. Tale opera risulta unica nel suo genere in quanto è lo stesso principe Gesualdo a dare precise indicazione all’artista sul tema figurativo.