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ABAZIA DEL GOLETO
L’Abbazia del Goleto sorge nel cuore dell’Irpinia, fondata da San Guglielmo da Vercelli nel XII secolo. Capolavoro d’arte romanica è un luogo questo che ha conosciuto un’intensa vita spirituale e che ha combattuto terremoti, neve, vento e la mano dell’uomo per regalarci, ancora oggi, grazie alla sua storia, la testimonianza di un tempo lontano e ricco di mistero.
Bene ambientale architettonico: Architettura
La maggior parte del complesso e delle mura è realizzato con pietra locale. Molti dei blocchi utilizzati per la costruzione della torre Febronia, che tra l'altro presentano numerosi bassorilievi, provengono da un mausoleo di epoca romana dedicato a Paccio Marcello.
Fondata da San Guglielmo da Vercelli
Inizio costruzione 1135
Via San Guglielmo, Sant’Angelo dei Lombardi
40.9078
15.1431
Proprietà Chiesa Cattolica Italiana
Restaurato in gran parte negli ultimi anni. La chiesa Grande si presenta senza copertura.
Con l'arrivo di Guglielmo da Vercelli nell'Irpinia, si assistette alla costruzione di diversi monasteri, tra cui quello di Montevergine nel 1114; il santo giunse nella zona del Goleto, situato in una piana di Sant'Angelo di Lombardi, nel 1133 e iniziò ad edificare un monastero femminile; tuttavia fu anche costruito un piccolo convento maschile, dove i monaci avevano il compito di vegliare e gestire economicamente le monache, che vivevano in clausura. Con il passare degli anni l'abbazia diventò ricca e potente, arricchendosi sia dal punto di vista artistico che di possedimenti terrieri: le principali fautrici del successo del monastero furono le abbadesse Febronia, Marina I, Marina II, Agnese e Scolastica.
Dopo due secoli di splendore, a partire dal 1348, a causa anche della peste, iniziò un lento declino, che si concluse con la decisione di papa Giulio II, presa il 24 gennaio 1506, di sopprimere il monastero, alla morte dell'ultima abbadessa: ciò avvenne nel 1515. In seguito, il monastero fu unito a quello di Montevergine e continuò ad esistere grazie alla presenza di alcuni monaci: iniziò quindi una lenta ripresa, che ebbe il suo culmine tra il XVII e XVIII secolo con il totale restauro del complesso e la costruzione di una chiesa, opera di Domenico Antonio Vaccaro. Con la soppressione degli ordini monastici voluta da Napoleone Bonaparte, anche l'abbazia del Goleto fu abbandonata nel 1807 e le spoglie di San Guglielmo spostate a Montevergine: negli anni fu depredata di tutti gli oggetti artistici e spartiti tra i vari paesi della zona, mentre le strutture si coprirono di rovi ed in parte crollarono; altri danni furono causati dal terremoto dell'Irpinia del 1980, che portò al cedimento degli archi della Chiesa Grande.
Solo a partire dal 1973, con l'intervento del Ministero per i beni e le attività culturali e della Sovrintendenza della Belle Arti di Avellino e Salerno, l'intera struttura è stata completamente restaurata, con i lavori guidati dall'architetto Carmine Gambardella; viene gestita dai Piccoli Fratelli di Gesù.