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CARNEVALE PONTECORVESE
A partire dalla prima edizione del 1952, il Carnevale Pontecorvese ha assunto sempre più consistenza ed è stato via via arricchito di attrazioni incontrando i consensi della cittadinanza tanto che con il passare degli anni ha assunto un’importanza che lo ha portato ad essere considerato l’evento più importante di Pontecorvo e tra i più quotati nel suo genere dell’intera regione.
Esso, inoltre affonda le proprie radici nella storia della città. L’aneddoto di alcuni pontecorvesi in visita a Napoli che acquistarono un pupazzo di cartapesta raffigurante un grande elefante (Alicandro), protagonista della prima sfilata allegorica (1952) è interessante dal punto di vista dell’analisi della matrice culturale di questa manifestazione, laddove con il riferimento seppur indiretto all’influenza partenopea si riallacciano dei legami culturali e territoriali ben più antichi risalenti al tempo in cui il Basso Lazio era territorio campano.
Bene etnoantropoligico: Immateriale
La tecnica dei carri allegorici pontecorvesi è unica nel suo genere in quanto i carri sono caratterizzati da una struttura in ferro e da un rivestimento in carta sovrapposta ricavata da materiale usato (carta di giornale, creta e gesso).
La tecnica della carta sovrapposta, l’uso di gesso e creta, in una società sempre più indirizzata verso la computerizzazione, valorizza la creatività privilegiando l'operatività manuale e, in particolare, l'utilizzo ed il recupero di un materiale "usa e getta". I carri sono realizzati da veri e propri artisti, ma purtroppo negli anni i maestri carristi stanno diminuendo. Il carnevale pontecorvese riesce comunque a conservare il fascino che lo caratterizza da tante edizioni catalizzando l’attenzione degli spettatori mediante colori vivaci e carri a tema realizzati con enorme maestria ed attenzione ai temi di attualità.
Maestri carristi
Organizzazione: Amministrazione locale e
Patrocinio: Regione Lazio.
1952
Comune di Pontecorvo
41.4579
13.6626
Il Bene demoetnoantropologico riferibile all’intera cittadinanza pontecorvese.
70° Edizione
L’anno di nascita del Carnevale Pontecorvese, così come lo conosciamo noi oggi è il 1952.
Secondo quanto si racconta, alcuni Pontecorvesi in visita nella città di Napoli, acquistarono un pupazzo di cartapesta raffigurante un gigantesco elefante, Alicandro, con il quale fu realizzata la prima sfilata allegorica.
Questa prima iniziativa carnevalesca portava con sé il desiderio di festeggiare una ricorrenza molto apprezzata dai cittadini ed infatti, da quel momento, si registrò una crescita costante di tale avvenimento fino a raggiungere un’importanza tale che fece del Carnevale l’evento più rilevante della città.
Nel tempo, le sfilate dei gruppi mascherati rappresentanti i più svariati temi carnevaleschi, i carri allegorici e le tante iniziative festose, si sono consolidate arricchendo e potenziando il Carnevale pontecorvese con una serie di eventi collaterali a tema culturale, sportivo e di spettacolo.
Ricordiamo il Festival dei bambini mascherati divenuto l’emblema del Giovedì Grasso, oppure il successo del “Mazzamavere”, una delle maschere tipiche di questo carnevale. Si racconta che tale maschera derivi dalle incursioni dei Mori che risalivano il Liri e attaccavano gli abitanti, i quali, al grido di ammazza i Mori (da questo grido deriva il nome della maschera Mazzamavere) si difendevano dagli attacchi.
Un’altra figura classica della manifestazione è quella della Principessa del Carnevale Pontecorvese, nata nel 1979 con l’intento di riproporre le grandi serate di ballo che si organizzavano spesso durante gli anni 70.
La Principessa rappresentava infatti la reginetta che durante queste feste veniva eletta a fine serata, e partecipava alla sfilata trainata su un risciò da due cinesi e accompagnata dalla sua corte e da Sua Maestà Re Carnevale.
La tradizione racconta che la Principessa, durante il periodo della festa, acquisiva il potere assoluto di Pontecorvo ed il sindaco era costretto a consegnarle le chiavi della città.
L’idea dell’elezione della Principessa attirò la popolazione ed il 1979 segnò la vera svolta nella storia del Carnevale Pontecorvese che da quell’anno richiamò moltissimi visitatori anche dai paesi della Ciociaria.
Oggi le maschere dei “Mazzamaveri” e delle “Principesse” sono state dimenticate quasi del tutto e da una decina di anni la maschera ufficiale del Carnevale Pontecorvese è “Burlicchio“, (simile nel vestito ad Arlecchino), raffigurato con un manganello in mano e con il naso di Pinocchio.
Il Carnevale Pontecorvese negli anni si è arricchito di nuove iniziative, come la gara per il miglior carro che quest’anno ha raggiunto la settantesima edizione (dal 23 al 24 aprile 2022).
Visto l’enorme successo del Carnevale, il Comune sta pensando di creare una cittadella del carnevale in cui sarà possibile visitare il Museo della cartapesta ed i capannoni utilizzati dagli artisti per realizzare le loro “opere d’arte”; in tal modo grandi e piccini apprenderanno le tecniche utilizzate per la realizzazione dei carri. Il coinvolgimento delle scuole è un elemento fondamentale per la rinascita dell’evento. Già da qualche anno è iniziato il percorso nelle scuole con il coinvolgimento degli alunni, che assistono alle lezioni tenute dai “carristi” più esperti. Le tecniche di costruzione, i segreti delle varie lavorazioni saranno tramandate alle nuove generazioni che saranno incentivate a contribuire al successo del Carnevale Pontecorvese perché non si perda tale tradizione ed il patrimonio artistico/culturale della città sopravviva nel tempo.